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Jude“…partiremo domani mattina…”
E’ una lettura che si snoda sulle pagine delle lettere di una ragazzina di diciassette anni, Louis Jacobson, scritte ai famigliari e alle amiche, dal campo di concentramento di Drancy, dove fu rinchiusa dopo l’arresto, avvenuto nell’agosto del ’42, fino alla sua partenza per Auschwitz, il 13 febbraio 1943.
Custodite per decenni dalla sorella Nadia, le lettere sono state pubblicate nel 1989 per insistenza di Serge Klarsfeld, presidente dell’Associazione dei figli e delle figlie degli ebrei deportati di Francia, di fronte al montare delle polemiche degli storici revisionisti.
Una sorta di Anna Frank francese, Louise Jacobson scrisse le sue lettere usando la scrittura tipica del diario, compitando cioè gli eventi del giorno, registrando le (poche) novità che la reclusione consentiva, e le aspettative per una liberazione che sperava prossima ma che sentiva improbabile. In esse e con esse, rivolgendosi essenzialmente alla sorella maggiore Nadia (al padre, che poteva vederla due volte la settimana, al giovedì e alla domenica nel carcere di Fresnes, ne furono inviate in minore misura), la giovane lascia trasparire serenità e speranza e cerca più e più volte di rassicurare i propri cari cercando di trasmettere loro un senso di tranquillità che non è rassegnazione. 
Solo in quelle inviate alle amiche traspare lo scoramento e la preoccupazione per il futuro.
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